Il Taj Mahal e il forte rosso di Agra

Taj Mahal

Lasciamo la città di Delhi, riprendendo il nostro cammino verso Agra. Non vediamo l’ora di visitare l’immenso e grandioso Taj Mahal, il simbolo di tutta l’India. Il viaggio è confortevole. Le strade che da Delhi portano i viaggiatori al di fuori dell’inquinata capitale sono ben tenute. Il traffico è scorrevole. Attraversiamo la grigia città di Oninda, industriale e anonima, e muovendoci sempre più a sud, riacquistiamo la vista dei colori, percorrendo una vasta aerea agricola. Tra ciminiere e alti alberi si stendendo tappeti di fiori gialli, la brassica napus, la colza appunto, da cui si estrae un olio dai molteplici usi.

Arrivo ad Agra

Con il nostro driver arriviamo all’entrata del magnifico forte in arenaria rossa e con una guida del posto visitiamo l’immensa struttura, la cui costruzione iniziò sotto il regno di Akbar. Giardini intervallano ampie sale, fino ad arrivare alla bianca prigione di Shah Jahan che, in posizione panoramica, apre la vista sul poco lontano Taj Mahal, da lui costruito in onore dell’amata Mumtaz Mahal, la sua terza moglie, morta dando alla luce il suo 14 figlio.

Al di là del fiume Yamuna il simbolo dell’India risplende in tutto il suo candore.

Finalmente dentro al Taj Mahal

Entriamo dall’eastern gate, avvicinandoci progressivamente alla centrale struttura e, superato un altro gate, ce lo ritroviamo davanti.

È proprio come ce lo siamo sempre immaginato. Grandioso. Il marmo di cui è ricoperto lo fa risplendere sulle rosse costruzione circostanti e i dettagli della pietra dura creano un gioco di luce sorprendente. Non riusciamo a staccargli gli occhi di dosso, tanto siamo rapiti dalla sua simmetrica bellezza e dai 14 versi coranici dei suoi solidi portali, in onore del loro 14 figli.

A più riprese facciamo delle soste per poter scorgere da angolature diverse questa meraviglia dell’arte Moghul, ma non riusciamo a non affrettare il passo. Siamo come attirati al suo interno. Ci facciamo strada dunque tra una miriade di sari colorati e spinti dalla moltitudine di persone entriamo nel mausoleo, in cui riposano gli amati sovrani. Al buio cerchiamo di scorgere le due lapidi. I fischi dei poliziotti ci disorienta. La gente spinge. E dopo pochi minuti ci troviamo come gettati all’esterno.

Capiamo dunque che lo spettacolo non è l’interno, è per esempio, passeggiare lungo i suoi canali, abbandonarsi all’ombra dei suoi caravanserragli oppure semplicemente osservarlo.

Il tempo è volato e ormai il sole sta calando, mentre i colori nei cielo dietro il Taj Mahal, con il fiume Yamuna sullo sfondo, incominciano a mischiarsi.

Ci sediamo su una panchina, ipnotizzati come siamo da quando siamo entrati. In silenzio lo ammiriamo per gli ultimi minuti, prima di ributtarci nel caotico traffico di Agra. Anche se l’oscurita è calata, lo si scorge ancora, bello come non mai, di un bianco cangiante offrendoci, forse, lo spettacolo più bello di tutta l’India.

Taj Mahal

Taj Mahal

Taj Mahal

Taj Mahal

Taj Mahal

Forte di Agra

Forte rosso di Agra - prigione di Shah Jahan

 

Forte rosso di Agra - Interni-Sala udienze pubbliche

 

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