Cultural Trekking: lo sport come nuovo mezzo per scoprire bellezze nascoste

Mi è capitato, mentre spulciavo, con aria distratta la serie di post pubblicati su facebook, di scoprire delle attività, organizzate da quest’associazione culturale Invasioni digitali.

Qui sotto troverete il link.

http://www.invasionidigitali.it/

Che nome curioso, ho pensato. E che attività interessanti.

Invasioni digitali è un’associazione che, con un approccio bottom up dal 2013, ha come scopo quello di condividere e promuovere la cultura, attraverso il web e i social networks. ID si svolge ogni anno, da quatto anni, nell’arco di dieci giorni a cavallo del 25 Aprile; le date vengono comunicate alla fine dell’edizione precedente. Nell’arco di questo periodo è possibile scegliere una data e organizzare la propria invasione, oppure partecipare a quelle già in programma.

L’invasione è promossa con passaparola digitale, cercando di far partecipare anche persone “esterne” al proprio network, in modo da far conoscere maggiormente il luogo “invaso”, che può essere un museo, un sito archeologico, una piazza, una chiesa, un sito turistico poco conosciuto. Durante l’invasione si scattano foto, si scrivono post, si fanno video, e si pubblicano, chi su twitter, chi su instagram e chi su altri social networks,  per creare un personalissimo storytelling di quel luogo.

Mi sono subito informata e ho scoperto che avrei potuto partecipare a delle Invasioni organizzate sul territorio, a cavallo tra Italia e Francia.

E così è stato!

Airole
Santuario di Nostra Signora delle Grazie-Airole

Domenica 1 maggio, insieme con i rappresentanti d’ID della provincia di Imperia, abbiamo partecipato a un trekking da Airole, nell’entroterra di Ventimiglia, fino a Libre, un piccolo comune francese delle Alpi Marittime, a pochi chilometri dal confine italiano.

Trekking di difficolta E= escursionistica, che ha richiesto un pizzico di preparazione e attrezzatura in più.

Armati di zaini, bacchette e tanta voglia di condividere la giornata, dal borgo di Airole, tipico borgo-castello del ponente ligure, abbiamo ripercorso un antico tracciato, che costeggia la rete ferroviaria, costruita in questa zona di frontiera  tra il 1900 e il 1928.

Cultural Trekking
Panoramica sulle Alpi Liguri

Il racconto…

“Ci siamo ritrovati dunque nei pressi del Santuario di Nostra Signora delle Grazie, a pochi chilometri dal centro storico di Airole, costruito su una collinetta dall’inizio del XIX secolo. A lato del Santuario comincia il percorso che dopo un’iniziale salita impegnativa, rivela la prima immagine della zona, di notevole interesse paesaggistico, plasmata dallo scorrere del Roia.

Fiume francese e di frontiera, il Roia, nel corso dei secoli, con il suo fluire lento e di scarsa portata, ha creato valli dalla classica forma a “v”, con versanti scoscesi, sui quali si è sviluppato un ecosistema tipicamente mediterraneo, soprattutto nei pressi del borgo di Fanghetto, prima tappa del nostro itinerario, raggiungibile da Airole dopo 1 ora circa di marcia. L’antico sentiero, che si sviluppa sulla sponda sinistra del fiume, collega i due borghi e attraversa coltivi, oliveti e pinete. Offre scorci verso il basso dei meandri verdi del fiume, e verso l’alto delle pendici rocciose delle nostre Alpi Liguri.

Dopo di una breve pausa a Fanghetto, riprendiamo la marcia e ci lasciamo deliziare dai profumi e dai colori della macchia mediterranea. Carrubbo, rosmarino, finocchietto selvatico, ginestra e ruta fanno da scenario al percorso che, lento, si sviluppa per 8 km complessivi, tra zone d’ombra e di luce, con un dislivello medio di 300 mt. Superiamo ponti e confini  e finalmente, dopo 5 ore di marcia arriviamo nei pressi di Libre, piccolissimo borgo a 470 mt di altitudine sulla valle del Roia. Italiano fino al 1945, divenne comune francese grazie all’intervento del generale De Gaulle.

Un primo maggio diverso e insolito, una scoperta insomma, ma la giornata non era ancora finita.

 

Airole
Piazza principale-Airole

Di ritorno dal trekking, per riprendere le forze, ci siamo concessi un pit stop.

 “A noi piacciono tanto”.

Sempre più su!!!

Ritornati alla piazza principale, in uno di quei caratteristici bar dei nostri piccoli borghi dell’entroterra, abbiamo degustato un ottimo prodotto di questa valle: un Roccese bianco, e abbiamo avuto la fortuna di visitare il vigneto di questo favoloso prodotto locale. Da Airole, insieme con il signor Dino Masala, ci siamo diretti alla sua proprietà, A Trincea, che si sviluppa sulle colline intorno al borgo. La strada per arrivarci, stretta, tortuosa e assai ripida, ha messo a dura prova le gomme delle nostre auto, ma non la nostra curiosità di vedere cosa ci avrebbe aspettato una volta sulla vetta!

La chiamano la Machu Picchu della Liguria, diceva qualcuno, e adesso capisco il perché.

Airole
Le vigne di A Trincea

Davanti a noi, si dispiegava un paesaggio di altri tempi. Colline modellate seguendo il preciso andamento dei muri a secco che, di uguale dimensione ad eguale distanza, si ripetono inesorabilmente, cercando di strappare qualcosa al suolo così arido di Liguria.

Roccese perché cresce sulla roccia… diceva un altro…

Nei pochi centimetri disponibili tra erbe officinali, aromatiche e alberi di ulivo, la vigna cerca di farsi strada  e cresce in filari, dando dei grappoli ricchi, che, una volta trasformati, offrono un prodotto autentico e antico del nostro territorio.

Senza parole…

Airole
Le vigne di A TrinceaSenza parole…

Da un’altezza di 500 metri, abbiamo ammirato un paesaggio a 360 gradi sulle Alpi Liguri, e guardando verso sud abbiamo riconosciuto parte della città vecchia di Ventimiglia e uno scorcio del nostro mare. A pieni polmoni abbiamo respirato l’aria pulita di queste zone e riflettuto sulla giornata appena trascorsa. Dimenticandoci della strada appena fatta ci siamo abbandonati all’incontro con la natura e in silenzio abbiamo contemplato il paesaggio.

 

Ringrazio per la collaborazione l’associazione culturale wepesto e le guide ambientali-escursionistiche di Ponente Experience.

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