Finalmente in Vacanza, anche solo per pochi giorni. Giusto un weekend lontano dal solito tran tran, le solite facce, il solito mare, insomma la solita storia. 🙂
Reduci da una scappata in quel di Nîmes, per questo weekend di metà maggio preferiamo la Piccola Camargue. Prenotiamo la prima notte a Grau du Roi, e la successiva ad Aigües Mortes.
Finalmente partiamo…con la nostra 500, ripercorriamo la strada fatta solo un mese prima. Superiamo Nizza, arriviamo a Cannes, poi ancora Saint Tropez e Toulon. Giungiamo nei pressi di Marsiglia, poi la superiamo e ci avviciniamo ad Arles. Purtroppo data l’ora non riusciamo a cogliere i colori del paesaggio, ma già ci rendiamo conto che, intorno a noi, la natura la fa da padrona.
La Camargue è la zona umida a sud di Arles, tra il Mediterraneo e i due bracci del delta del Rodano. La sua capitale è Saintes Maries de la Mer, patria dei gitani. Altre città sono appunto Le Grau du Roi, Aigües Mortes e la Grande Motte.
Il tempo stringe, cerchiamo di accelerare l’andatura, non possiamo arrivare in ritardo al nostro primo appuntamento del weekend.  Da Geppetto une côte de taureau au fois de bois ci aspetta. Parcheggiamo l’auto, facciamo il check-in e via, ci precipitiamo in questo piccolo ristorante, a poche centinaia di metri dal nostro hotel. Ci accomodiamo e finalmente assaporiamo il pasto tanto desiderato di queste ultime settimane.
La regione non è solo buon cibo e paesaggi naturali d’eccezione, ma anche storia e attualità .
Con un’area di oltre 930 km² la Camargue è il più grande delta fluviale dell’Europa occidentale. E’ una zona d’interesse faunistico d’eccezione. Qui dimorano moltissime specie naturali, ma soprattutto i famosissimi cavalli bianchi e i tori neri camarguais.
Le Grau du Roi, punto d’inizio del nostro viaggio alla scoperta di questa regione affascinante e dai mille colori, è un piccolo paesino che si è sviluppato a partire del XIII secolo, all’imboccatura di un canale, che collega le paludi interne di Aigües  Mortes  al Mar Mediterraneo.
Anche qui, come ovunque in questa regione, spira incessantemente il Mistral. Sul lungomare le palme si piegano alla forza del vento, caratteristica predominante di questi pochi giorni lontani da casa.
Una breve passeggiata nelle sue piccole stradine, una foto della spiaggia della Grande Motte in lontananza, un caffè e via, il viaggio continua.
In soli 10 minuti arriviamo sotto les remparts della città fortificata di Aigues Mortes e rimaniamo affascinati della solidità della costruzione, che s’innalza su una regione di stagni e canneti.
La cittadina di Aigues Mortes fu fondata su una piccola porzione di terra nel pieno delle paludi, intorno al XIII secolo, grazie all’intervento di Luigi IX, il quale voleva dotare il regno di Francia  di uno sbocco sul Mar Mediterraneo. Da qui partirono le navi per la settima e l’ottava crociata e da qui transitarono le mercanzie provenienti dai diversi empori del nostro mar, in direzione delle grandi cittadine dell’interno, tra cui Montpellier e Nîmes.
Finalmente entriamo e subito veniamo travolti da un viavai di gente. Spagnoli, francesi e americani si sono ritrovati tutti qui, mi dico e penso, forse che non abbiamo azzeccato il weekend più tranquillo.
Pensieri iniziali a parte, ci dirigiamo al centro della cittadina, alla ricerca dell’Ufficio turistico, ottimo punto di partenza per avere tutte le informazioni e non perderci in chiacchiere.  Con dépliants e brochures, ci sediamo nel dehor di uno dei tanti bar che caratterizzano la piazza principale, al centro della quale ritroviamo la statua di Luigi IX.
Con tutte quest’informazioni dobbiamo solo decidere da dove iniziare, ma non prima di un ulteriore pit stop. Scopriamo dunque, leggendo il Midi Libre, giornale della regione, che è iniziato il weekend delle ferias, ossia delle feste popolari che celebrano  le corride.
Per questo c’è tutta questa gente, esclamo!!!.
Dopo una breve riflessione, optiamo dunque per fare il giro sulle mura, l’antico cammino di ronda della cittadella. S’inizia dalla Tour de Costance, e si continua con il lato nord e a seguire lato est,sud e ovest.
Passiamo attraverso tutte le differenti torri che caratterizzano il suo perimetro, in numero maggior sul versante sud, perché era dal mare che potevano arrivare le maggiori minacce. Cerchiamo di non indugiare troppo sui particolari, perché ci vorrebbe troppo tempo per leggere tutti i cartelli, e continuiamo il cammino, tra uno scorcio e l’altro, sul paesaggio circostante.
Ed eccole li, le saline di Aigues Mortes, che si aprono davanti ai nostri occhi. Montagne di sale circondate da rettangoli di ogni tonalità di rosa, bucano il paesaggio e interrompono il panorama. Davanti a questo spettacolo, decidiamo come seguirà il nostro programma, ma non prima di aver partecipato alla minicrociera sui canali che circondano Aigües Mortes.
Ore 15.00 incontro dalla darsena, per salire a bordo di uno dei tanti battelli che, come il bateaux mouche a Parigi, lentamente esplorano quest’ecosistema. Su e giù per circa 2 ore e mezza, al prezzo di 14€ a testa, ammiriamo la sua natura e scopriamo la sua biodiversità . Tori neri e cavalli bianchi, fenicotteri rosa e martin pescatore, aironi e molti altri uccelli popolano questo mondo e riempiono il cielo di mille colori. Rientriamo al nostro hotel, stanchi ma, con qualcosa in più da raccontare e ci prepariamo per la serata tranquilla che ci aspetta. Aperitivo in cittadella, cena e breve passeggiata lungo i canali.
Seguendo il programma…
Il giorno seguente ci alziamo di buon’ora, per continuare un programma denso di appuntamenti. Ci dirigiamo dunque nei pressi dell’azienda la Baleine, a pochi chilometri da Aigües Mortes e su un trenino insieme con altri viaggiatori, visitiamo le saline e conosciamo qualcosa di più sul commercio del sale, attivo in questa zona già nei tempi antichi.
Le «Salins du Midi» ci ricordano che la Camargue è per la Francia il più importante centro di produzione di sale marino, che come altri prodotti dati in concessione all’uomo da madre natura, ha un ciclo di produzione.
Tutto inizia per il mese di marzo quando l’ acqua del mare  è pompata all’interno delle saline, per riempiere lo spazio disegnato da queste tables salantes, rettangoli di stoffa colorata che riempiono l’orizzonte. Segue il periodo in cui, da aprile a settembre, il sale cristallizza grazie all’azione atmosferica del vento; per terminare con l’autunno, a ottobre, quando il sale è raccolto e trasportato al centro di stoccaggio. Il sale grezzo è cosi  ammucchiato in montagne di un bianco intenso come la neve, le famose  camelle, alte come un palazzo e lunghe 400 metri. Segue il lavaggio del sale e il suo confezionamento e da ottobre la salina, finalmente, riposa.
Ed infine…
Arrivati a questo punto, non possiamo riposare. Proseguendo con il nostro programma, dopo pranzo, ci dirigiamo al vigneto Jarras, poco fuori le mura di Aigues Mortes. Anche qui la visita del vignoble é fatta su un trenino; insieme con pochi altri viaggiatori, ci addentriamo nella proprietà e riconosciamo tutto quello che abbiamo imparato in questo weekend.
Fenicotteri rosa, tori neri, cavalli bianchi e filari di vite a perdita d’occhio.
Questa è la patria del Vin de sable, un prodotto unico di questa regione, l’unico tipo di vite che cresce sulla sabbia. Nelle sue varianti bianco, rosso e rosé che degustiamo quasi con ingordigia, é il giusto modo per terminare questo weekend in Camargue.
Scorte fatte, riprendiamo il nostro mezzo e lasciamo lentamente questo paesaggio dietro di noi. Volgendo lo sguardo all’orizzonte, altre immagini ci aspettano.
La Costa Azzurra ci attende…